Myanmar. Il mio primo viaggio in oriente, una meta poco conosciuta e poco turistica, proprio per questo affascinante. In Myanmar ho trovato autenticità, spiritualità e pace. In Myanmar lui è ovunque. E per lui intendo Buddha. Troverete sue statue in qualsiasi luogo: nelle aree boschive sperdute, in mezzo al lago, nei centri città. Di sicuro questo è un viaggio che si sceglie anche per riconnettersi con se stessi.
I birmani sono un popolo speciale, come non ne ho più incontrati. Nella loro situazione di estrema povertà, sanno darti anche quel poco o niente che hanno, senza pensarci, istintivamente, perché fa parte del loro modo di vivere. Credono fortemente che le azioni, le parole, i pensieri di oggi influenzeranno anche il loro futuro domani. Il karma. Quando sono arrivata a Bago, cittadina a est di Yangon, un ragazzo locale si è proposto come guida: a bordo del suo scooter mi ha accompagnato a visitare i luoghi più importanti e affascinanti della cittadina. Dopo avermi visto impacciata ogni volta davanti ad un tempio, nel togliere e mettere le scarpe, senza pensarci troppo, mi ha proposto di prestarmi le sue ciabatte per continuare la visita.
Sono rimasta senza parole: ha riposto le mie scarpe con cura dentro un sacchetto e ha continuato scalzo il percorso pur di aiutarmi nella mia piccola difficoltà. A fine giornata gli chiesi se sapeva consigliarmi un posto dove acquistare una crema solare, in Birmania il caldo non scherza, lui senza rispondermi a gesti mi ha chiesto di aspettare. E’ tornato dopo un po’ con una sua amica che ha srotolato davanti a me un tappeto con tantissimi prodotti per il viso, tra cui anche il famoso thanaka (crema gialla cosmetica che vedete solitamente nei visi dei locali). Praticamente ha portato da me il “negozio” di cosmesi del luogo.
Incontrerete persone che saranno anche molto curiose di conoscervi: è molto frequente che in Birmania l’attrazione da fotografare siate proprio voi! Aspettatevi quindi che vi chiedano di fare un selfie insieme, come ricordo. Questo dovuto anche al fatto che il paese si è aperto alla democrazia e al turismo da pochissimi anni.
I birmani sono passati da un primo periodo di lotte interne tra popolazioni etniche, al colonialismo inglese, alla dittatura militare più lunga del mondo che è stata la principale causa del declino del paese: calcolate che fino al 1990 il commercio internazionale praticamente non esisteva, i visti turistici erano validi per un massimo di 24 ore, le pubblicazioni erano sotto controllo della dittatura socialista, tutte le proprietà private confiscate dal governo.
Il paese era isolato totalmente dal mondo esterno. Solo nel 2010 ci fu un barlume di speranza di cambiamento grazie alle nuove elezioni e alla liberazione dagli arresti domiciliari di Aung San Suu Kyi (leader del partito democratico), anche se quando l’ho visitato io nel 2016 era ancora significativa la presenza del controllo militare nel paese.
In fatto di sanità, purtroppo non sono molto all’avanguardia (la mia guida consigliava per emergenze di prendere un volo per Bankok, notizia non semplice da digerire per una ipocondriaca come me ;-)), ma l’esperienza del conoscere persone ed una cultura così diversa vi arricchirà.
“Pianura di Bagan”
“Hpo Win Daung, Monywa”
Dove dormire – come vi dicevo è un paese molto povero, che da poco sta cercando di risollevarsi dalla forte crisi economica dettata dalla chiusura socialista della precedente dittatura. Vi consiglio di scegliere un viaggio etico: soggiornate presso strutture o b&b di proprietà dei locali e non dello stato. Aiuterà la popolazione, avrete la possibilità di conoscere delle persone meravigliose e risparmierete anche se di per sè il costo della vita qui è molto basso. Mediamente io ho soggiornato in una doppia tra i 20 e i 30€ a notte a camera.
Cosa mangiare – Questo è un punto dolente. Io che solitamente mangio di tutto e mi adatto, qui ho fatto davvero fatica. Ho trovato pesce di lago con gusti discutibili a Bago, zuppe che richiamavano la cucina thai (ma non era la cucina thai) difficili da approcciare. E’ andata meglio al nord, da Bagan a Mandalay a Inle Lake, dove me la sono cavata con riso con le verdure e frutta (solo con buccia mi raccomando). Diciamo che non si va in Myanmar per fare un’esperienza culinaria.
Trasporti – Non è possibile noleggiare l’auto: agli stranieri è vietato guidare. Ma esiste una rete fitta di autobus locali che con pazienza vi condurranno ovunque. In più per le lunghe tratte consiglio il viaggio notturno con gli autobus express, comodi, confortevoli. Quest’ultimi io li ho prenotati direttamente dall’Italia. Nel post sotto vi do tutte le dritte. Il treno invece lo sconsiglio: lento e inaffidabile sugli orari.
Il budget del mio viaggio – 1.600 EUR a persona per 16 giorni tutto incluso (note: incluso voli, mezzi di trasporto, pernottamenti in guesthouse a conduzione familiare – pasti, guide)
Qui trovate articoli utili che vi supporteranno nell’organizzazione di un viaggio faidate in Myanmar e una gallery:
Alcuni dei più bei scatti del mio viaggio in Myanmar, con la mia mirrorless Olympus E-M10 MARKII. Per foto in alta definizione, contattatemi.
Dai centri cittadini caldi ed affollati come Yangon, alla distesa di templi immersi nel verde della pianura di Bagan: Myanmar pensieri e itinerario in breve
Armonia e pace: si respira un’atmosfera particolare, impregnata di misticismo e religiosità. Vi racconto il mio viaggio in Birmania.
Non mi resta che augurarvi buon viaggio!.
27/04/2020